“Guadagni forza, coraggio e fiducia da ogni esperienza in cui ti fermi davvero a guardare la paura in faccia. Devi fare le cose che pensi di non poter fare.” Eleanor Roosevelt
Subire il cambiamento VS innescare il cambiamento
Inutile giraci intorno, cambiare fa paura e il più delle volte quello che succede è che ci troviamo a “subire” il cambiamento, spinti – dalle circostanze, dagli eventi, da cambiamenti che avvengono intorno a noi… – al cambiamento come un qualcosa di necessario alla nostra sopravvivenza, come un qualcosa che rappresenta l’unica via d’uscita a un momento di crisi.
Ma la verità è che non deve essere così per forza!
Il cambiamento si può innescare, programmare e può diventare un nostro alleato, una molla che ci spinge verso la realizzazione dei nostri obbiettivi, e quindi verso la felicità.
Ma prima di entrare nel vivo del discorso è necessaria una premessa: ho parlato di obbiettivi ma sarebbe stato meglio parlare di sogni realizzabili, sogni che, se guardati da vicino, hanno le caratteristiche per diventare progetti e quindi obbiettivi. (Leggi anche “Una Cassettiera piena di sogni“).
Questa premessa è importante perché il primo passo per essere noi stessi artefici del nostro cambiamento è
imparare a distinguere tra sogni che devono restare tali e alimentare la nostra passione e la nostra fantasia rimanendo “nel cassetto” e sogni che invece hanno diritto di cittadinanza nella nostra agenda quotidiana.
Ma come fare questa distinzione?
Quando un sogno diventa un obbiettivo
L’unico modo che io conosco per capire quali sogni possono (e spesso devono!) essere trasformati in obbiettivi è quello di fermarsi un secondo a guardare noi stessi e la nostra vita:
- Cosa ci rende felice?
- Cosa ci sta a cuore?
- A quali attività vorremmo dedicare più tempo?
- Quali progetti ci danno più soddisfazione?
Per farlo può essere utile seguire una griglia che in qualche modo ci faccia da guida nel processo.
Qui non c’è né il tempo né lo spazio per entrare nei dettagli ma se l’argomento vi interessa o siete anche solo un po’ incuriositi potete dare un’occhiata a CHI SE NE FREGA, FACCIO! un’agenda pensata proprio a partire da questo concetto e costruita allo scopo di guidarci nella pianificazione di progetti e obbiettivi che ci stanno a cuore!
Detto questo una volta che abbiamo circoscritto uno o più obbiettivi che ci stanno a cuore arriva il momento di accendere il motore del cambiamento e vedere dove ci porterà! Pronti?
Pianificare il cambiamento e renderlo ecologico e funzionale al nostro benessere
Eccoci al nocciolo della questione: il tanto temuto e tanto osannato CAMBIAMENTO.
Vi stupirà quanto noi esseri umani siamo in realtà fatti per adattarci, per ripristinare con sorprendente velocità un orizzonte di “normalità” anche di fronte a cambiamenti sconvolgenti, ma se vi fermate a pensarci è proprio la nostra facilità di adattamento che ci ha permesso di attraversare la storia e ritrovare ordine ed equilibrio anche dopo disastri naturali, guerre mondiali e grandi e piccoli terremoti che hanno attraversato sia la Storia con la “S” maiuscola che la nostra piccola storia personale o familiare.
L’essere umano sa adattarsi e abituarsi alle novità, e proprio per questo è possibile pianificare e beneficiare del cambiamento, come?
Prima di tutto va introdotto nella nostra vita per gradi, piccoli passi nella direzione giusta possono farci fare tanta strada un giorno dopo l’altro ed è così che, per quella che è la mia esperienza,
possiamo innescare circoli virtuosi e cambiare le nostre abitudini trasformando così man mano la nostra quotidianità in qualcosa che è più coerente con i nostri bisogni e le nostre aspirazioni profonde.
Certo non è facile, e sicuramente ci vuole una buona dose di pazienza perché non è immediato, ma se riusciamo a smettere di subire e iniziare ad agire il cambiamento vi garantisco che le soddisfazioni non si faranno attendere e potrebbe rivelarsi anche molto più divertente del previsto 😉

Per approfondire
Generare il cambiamento come carburante del team di lavoro
Stop Trying to Change Yourself di Mark Manson
LIBRO -> L’arte del cambiamento di Giorgio Nardone e Paul Watzlawick