Prima di arrivare nel Paese delle Meraviglie, Alice è dovuta cadere.

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“Se sai di essere caduto, sai di essere vivo.” Ornitorianna

Trasformarsi rinascere ma prima… cadere!

Nei mesi precedenti vi ho parlato molto di metamorfosi, di trasformazioni, di sogni e obiettivi.

(Se vuoi approfondire puoi leggere Il (falso) mito della metamorfosi della farfalla)

Tutte cose importanti, stimolanti e che fanno parte del nostro personale processo di crescita e di ricerca della felicità, a questo tavolo però c’è anche un altro invitato che molto spesso è poco considerato (sarà forse perché ci fa paura?).

Forse avrete già capito, sto parlando della crisi e della caduta due nomi per lo stesso ingrediente che, volenti o nolenti, siamo obbligati a considerare se vogliamo parlare di crescita e di metamorfosi!

Per riuscire a dare forma ai nostri obiettivi e per realizzare i nostri sogni spesso infatti è necessario passare per un momento di crisi – che può essere lieve o profonda, ma pur sempre crisi è –, quindi eccoci qui, pronti a rimestare nel “torbido”, ma credo di poter dire con una buona dose di sicurezza che senza sporcarsi le mani è difficile costruire qualcosa 😉

Nella caduta non possiamo scappare da noi stessi

Avrete capito che qui non si scherza, come detto ho deciso di sporcarmi le mani e non mi tiro indietro, ho deciso di esplorare l’oscuro mondo della caduta e se avrete voglia di venire con me vi assicuro che troveremo anche molte sorprese strada facendo!

Ma partiamo dall’inizio.

Ci troviamo persi in un momento di crisi e sentiamo che l’unica cosa che possiamo fare è, intanto, sopravvivere e poi pian piano cercare di rialzarci e tornare a camminare.

Abbiamo deciso di non scappare e di guardarci intorno per capire come è fatta questa buca in cui ci troviamo incastrati, ed ecco una prima sorprendente consapevolezza: nella fatica, nella crisi non possiamo mentire a noi stessi, non possiamo scappare da noi stessi! Possiamo quindi ascoltarci sapendo che le nostre emozioni, le nostre paure, i nostri desideri sono autentici al 100%.

Vi sembra poco?

A me sembra un tesoro prezioso! Se non scappiamo dalla crisi possiamo vivere un momento di auto riflessione profondo e potente che può insegnarci molto su noi stessi.

I semi del cambiamento si piantano nel terreno sul fondo della buca

Strettamente legata alla possibilità di ascoltare una versione “pura” di noi stessi c’è un’altra faccia della crisi: le nostre fragilità portano con loro anche un’energia potente che può diventare un carburante prezioso!

Una volta superato lo shock della caduta, se riusciamo a guardarci intorno con calma e a osservare davvero le nostre paure e le nostre fragilità, lo so è una cosa davvero difficile ma come tutte le cose difficili porta con sé grandi ricompense.

Se penso alla mia esperienza e ai (tanti!) momenti di crisi che ho attraversato vedo anche tutte le cose che ho portato con me fuori dalle buche in cui sono caduta: nuove consapevolezze, nuovi modi di vedere me stessa e i miei obbiettivi, nuova energia per progetti lavorativi…

Se vi va provate a pensarci anche voi! Tornate per un momento (anche se non è mai piacevole) a quei momenti in cui vi siete sentiti persi… non sono forse il terreno in cui avete piantato i semi della vostra crescita? Del vostro cambiamento?

I semi del cambiamento si piantano nel terreno sul fondo della buca

Sono vivo!

Vorrei concludere questa riflessione sulla caduta con un ultimo pensiero che mi sembra importante.

Mai come quando cadiamo di muso percepiamo la forza e l’importanza di essere ancora qui, una caduta può fare male, può farci rompere qualche osso e farci venire qualche bernoccolo ma è anche quello che ci ricorda che siamo qui, che siamo vivi e che possiamo ancora fare un sacco di cose!

Non voglio che sembri un discorso superficiale perché per me è l’esatto opposto, guardando in faccia ciò che ci ha fatto male possiamo dirci che siamo ancora qui e proseguire lungo la nostra strada avendo imparato qualcosa di nuovo su noi stessi e avendo aggiunto qualche nuovo strumento alla nostra personale cassetta del pronto soccorso. È una cosa che io cerco di non dimenticare mai e, in tempi come questi, in cui in un modo o nell’altro tutti abbiamo avuto o abbiamo a che fare con piccole e grandi crisi personali e professionali avevo voglia di condividerla con voi.

Non lo puoi sapere perché non l’ho ancora comunicato, ma in anteprima ti dico che (insieme a Ornitorianna) ho appena scritto e pubblicato un libro sul tema della caduta. Guarda qui:

Ho imparato a cadere (forse!) appunti dal fondo di una buca