Perchè sì!

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Storie di cagnolini e di decisioni prese con fiducia e consapevolezza.

“Non avevi qualcosa di più importante da fare oggi?”

Queste furono le parole dei miei genitori quando li chiamai per annunciare con gioia che avevo appena adottato Spritz, un adorabile cagnolino dal canile. Sebbene non ricordi esattamente l’anno, è passato più di vent’anni da allora.

Quella notte piansi amaramente, convinta di aver commesso un’immane cazzata. Nonostante sia cresciuta con l’idea di seguire sempre la mia visione del giusto, il riscontro, le opinioni e i giudizi di chi mi ha dato la vita hanno sempre un peso significativo. Quando tali opinioni sono negative, sembrano pesare come un’incudine.

In fondo, si presume che chi ci ha messo al mondo sappia qualcosa in più di noi stessi, e quindi, riflettendoci bene, come potrei biasimare i miei genitori? Mi ero appena trasferita in una nuova casa, da sola, e il mio lavoro mi teneva costantemente lontana. Come potevo pensare di poter prendermi cura adeguatamente di un cagnolino? Che tipo di irresponsabile ero diventata?

Eppure, di una cosa ero certa: non mi ero mai comportata in modo irresponsabile. In qualche modo, non potevo permettermelo. “Prima il dovere, poi, se possibile, il piacere”, “Il dovere viene prima di tutto”, “Hai semplicemente fatto il tuo dovere” erano frasi che io e mio fratello avevamo sentito fin da piccoli, che ci guidavano sempre, piaccia o non piaccia.

Tuttavia, in quel caso specifico, mi ero comportata in modo irresponsabile. In breve, le cose si risolsero rapidamente con Spritz: mio padre, il giudice supremo e incorruttibile, accettò il mio nuovo cagnolino come parte della famiglia, quindi quando io non potevo esserci, lui c’era. Potrei aver commesso un grave errore nel non aver stilato una lista accurata dei pro e dei contro, ma alla fine Spritz portò gioia e felicità a tutti, conquistando anche mio padre come suo compagno di avventure.

Le “immani” cazzate sono un aspetto della vita, ma da quale prospettiva vengono valutate? Spesso, le opinioni degli altri possono sembrare negative e pesanti come un’incudine. Tuttavia, è importante considerare i pensieri e i giudizi altrui nel processo decisionale, fino a neutralizzarli o farli propri. Alla fine, la decisione è tua.

Recentemente, abbiamo adottato Lucy, una cagnolina ipovedente. Non mancavano le obiezioni: “Non sai come sarà”, “È un impegno enorme”, “Perché complicarti la vita?”. Ma poi, alcune persone ci hanno offerto il loro sostegno. Mia cugina Piera, in particolare, ha detto: “Se la prendete, vi aiuto. È ipovedente come me!”

Nella mia vita, ho sempre posto La Domanda delle domande in ogni situazione:

“Perché sì?”

Questa volta, non c’era un “no” valido. Il mio istinto, la mia pancia, avevano già detto di sì e la prova è che le avevo già dato un nome. Nonostante le obiezioni razionali e i dubbi del cuore, i segnali erano chiari:

“Perché sì!”

Quest’anno, ho deciso che sarebbe stato il mio anno del sì. Sarei partita dal presupposto del “sì”, mettendo in discussione il “no”. Non immaginavo che l’adozione di una cagnolina ipovedente sarebbe stata parte di questa avventura. Ma alla fine, che importanza ha? Quindi, sì!

Come andrà? Andrà bene, perché quando prendi una decisione, quella decisione diventa giusta. Il resto non conta.

Quindi, senza ulteriori indugi, vi presento Lucy (qui nella foto in braccio a mia nipote Veronica 😍).

E vi invito a dedicare tempo e spazio per sviluppare i vostri metodi, strumenti e processi, in modo da poter scegliere il percorso giusto in quel noto incrocio, che è ricco di segnali, ma soprattutto di influenze esterne da neutralizzare e fare proprie.