Se a ogni fine anno come molti faccio la lista, tiro una riga e faccio due conti su come è andata LEGGI ARTICOLO e scelgo una parola magica per l’anno che inizia (quest’anno è spazio), una cosa che faccio invece con regolarità, nel corso dei 12 mesi, è una lista delle cose di cui mi pentirei se morissi domani, o tra un’ora (anche perché in questo caso la sostanza cambia poco!).
L’idea è un po’ la stessa della lista dei buoni propositi, ma non è legata alla transizione da un anno all’altro ed è quindi meno solenne. Può essere stilata ogni mese o con cadenza più o meno casuale e, quindi, può permettersi di includere anche cose “sciocche”.
Oggi 8 febbraio, per esempio, la mia lista è questa:
- Barbara: sentirla di più
Barbara è la mia amica del cuore, sì sono fortunata da averne una, di quelle vere! Siamo cresciute insieme e da quando abbiamo dieci anni siamo state un’anima in due corpi – come diceva il suo caro nonnino –, siamo state compagne di banco per otto anni e in quegli otto abbiamo trascorso insieme nove ore ogni giorno: cinque ore a scuola, quasi altrettante a studiare insieme a casa di una o dell’altra. Per poi stare al telefono un’altra ora buona quando ognuna era da sola a casa sua… A pensarci è davvero incredibile quante cose avevamo da dirci! Cosa poi sarà stato? E chi se lo ricorda! Vero è che potrebbe essere così ancora oggi.
Dopo la maturità abbiamo preso strade diverse scegliendo ciascuna per se la facoltà che più si adattava alle proprie inclinazioni, poi sono arrivati i primi fidanzati – prima lei – e da lì anche a livello di amicizie abbiamo preso strade diverse. Come spesso succede, la vita è andata avanti e con lei noi seguendo ciascuna la propria strada, così il nostro stare insieme, è passato dal ottanta per cento al venti percento, poi, con il passare del tempo e l’evolversi delle cose, ha continuato pian piano a ridursi ed è arrivato al cinque per cento, se non forse in alcuni periodi anche a molto meno!
Bizzarro no?
Anche andando a ripensarci oggi, non c’è un vero e proprio motivo in realtà, se non forse la mancanza di tempo. Ah il tempo! A volte basta chiudere gli occhi un attimo e ne sono passati mille di attimi, sono passati mesi, anni!
Quello che però il tempo non fa passare sono i sentimenti quando sono forti e profondi, anzi spesso il tempo può renderli ancora più forti e far si che quasi “per magia” restino intatti e immutati.

Ma torniamo alla nostra lista: se morissi domani sarei super felice che quel sentimento è rimasto invariato, ma mi darei della cogliona perché, pur riconoscendo la forza di questo legame lo sto procrastinando, non lo coltivo e non me lo godo dando la colpa a tutte le cose che ho da fare e alle giornate che ti alzi la mattina e ti corichi la sera e non hai ben presente che cosa è successo nel mentre… ma facendo la mia lista so che queste giustificazioni e questi alibi non bastano a sostenere la mia difesa! E quindi ammetto, sono colpevole!
Ok riconosciuta la mia “colpa” non mi fermo, voglio renderla utile, voglio portarla nel fare! La soluzione è trovare un’azione che soddisfi la domanda “Come potrei essere felice se morissi domani?”
Risposta:
Posso (e quindi devo!) chiamarla e proporle un appuntamento fisso settimanale. Se siamo in grado di farlo per tutta una lista di cose di cui ci frega il giusto, perché lasciare fuori quelle che per noi sono più importanti? Se è per la questione del dovere prima del piacere, ricordiamoci che regalarci piacere è un nostro dovere.
Ed ecco fissata la prima CALL TO ACTION della mia lista del “se morissi domani”.
E poi?
- Le api – procurare le arnie, uno sciame, formarmi
È da tanto tempo che desidero approfittare dello spazio che ho per mettere delle arnie. Adesso che le galline hanno il loro bel nuovo pollaio, è ora di pensare alle api.
> CALL TO ACTION > informarmi su cosa c’è da fare, fissarlo come obiettivo e metterlo in agenda.
- Stare di più all’aria aperta
> CALL TO ACTION > fissare almeno 1 ora al giorno di attività all’aria aperta, camminare in campagna, nel bosco, muovermi in bici anche per le commissioni.
- Leggere di più
> CALL TO ACTION > fissare l’obiettivo di una media di 4 libri al mese e leggere! Ho appreso delle tecniche che mi permettono di farlo, un giorno le condividerò anche con voi ;).
- Diventare una nomade globale
da smart worker quale già sono da un sacco di tempo mi voglio trasformare in hybrid worker (a metà tra il lavoratore e il vacanziere), e mettermi in movimento da vera cittadina del mondo scegliendo panorami diversi da guardare dalla finestra (mentre lavoro) nelle diverse stagioni.
> CALL TO ACTION > attendere che aprano le gabbie per poi segnare un punto sulla mappa e fissare la partenza del countdown. Questa prevede tempi più lunghi di esecuzione ma intanto pianto il seme nella mia testa.
Per il momento mi fermo qui, ma mi riservo di aggiornarvi sull’avanzamento della lista.
Ma al di là dei miei ragionamenti e dei miei obbiettivi a (più o meno) breve termine, perché ho voluto condividere questa lista?
Perché può essere un buon punto di partenza per riflessioni più generali, come per esempio:
Nella lista non c’è niente di tutto ciò che occupa la mia giornata, sette giorni su sette, come per esempio:
- rispondere a tutte le mail tempestivamente
- fare i post su facebook e instagram e linkedin e twitter e …
- mandare a quel paese la X persona
- pulire e riordinare casa continuamente
E non ci sono neanche cose considerate di straordinaria amministrazione tipo:
- rifare il tetto della casa
- sistemare l’ufficio al terzo piano
- rinfoderare il divano
- andare a fare visita al prospect chiave
Che cosa imparo da questo?
Che aveva ragione Phil Ham, country manager UK di The North Face all’epoca in cui ci lavoravo anche io. Phil diceva: “Stai sicura che sul letto di morte non ti pentirai di non aver messo a posto casa!”.
Ha ragione lo so e lo sapevo già allora!
A riprova della sua affermazione mi basta pensare a come ogni volta che sento di aver fatto qualcosa di importante per me, io a voce alta dico “adesso potrei anche morire!”, e non è mai accaduto di fronte a un letto ben rifatto o alla casa appena riordinata…
Nonostante tutta la mia consapevolezza, non riesco comunque a lasciare casino in giro, però posso imparare a riconoscere e a elencare con costanza le cose importanti per me e ad attivarmi su quelle più o meno altrettanto tempestivamente.
Mettere a fuoco le priorità per me e non lasciare indietro (per disattenzione, pigrizia, consuetudine, routine…) tante grandi piccole cose che sotto sotto mi fanno stare bene, con la “B” maiuscola! Ecco perché sento l’esigenza ogni tanto di mettere nero su bianco la mia lista del “se morissi domani”.
È così anche per voi?
A voi le vostre riflessioni. E la vostra lista com’è? Corta, lunga, onesta?
Stay grounded, keep flying and doing
& comevavabene!
Marianna