Il Team Invisibile al Southern Warriors, l’evento sportivo di Crossfit a Monopoli

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Photo Credits © Southern Warriors 2022

Il Team Invisibile ha partecipato anche quest’anno – il 6° consecutivo – al Southern Warriors, l’evento di Crossfit di Monopoli, uno degli eventi italiani più belli di questa disciplina.

Al fianco di un atleta che nelle scorse edizioni ha collezionato due primi posti e un argento per la sua categoria e questa volta invece ha ceduto il passo ad atleti più giovani e ça va sans dire più performanti (leggi le sue conclusioni su Instagram @mirkopriolatrainer).

Due (solo per dire) riflessioni sparse post evento che valgono per tutti gli eventi sportivi.

Chi pratica Crossfit con regolarità, anche solo come alternativa ad altre attività fisiche per il benessere e il fitness, dovrebbe partecipare a una gara di questa portata, come atleta o come pubblico, per beneficiare della motivazione e della spinta ad alzare l’asticella nella sua quotidianità e investire sul proprio senso di autoefficacia. Dunque

-> facciamoci ispirare!

Gli eventi sportivi in presenza (quanto odio dover specificare!) continuano ad essere un momento importante di ispirazione per il pubblico (vedi sopra), di confronto per gli atleti e di aggregazione* per la community: la competizione porta a una sana rivalità e anche grazie alla rivalità possono nascere delle belle amicizie. Se non diamo valore alle relazioni, a cosa sennò?! Lontani dall’essere sciocchi e sottovalutare il pericolo covid, cerchiamo comunque di trovare delle soluzioni valide per non mettere di nuovo a repentaglio momenti e contesti così importanti. Dunque

-> preserviamo gli eventi sportivi!

La logistica di un evento sportivo di questo genere è un grandissimo mal di testa (lo so per diretta esperienza!) e di solito le gratificazioni non sono sufficienti a controbilanciare le rotture e i malcontenti(incredibile ma è matematico!) di chi partecipa o di chi guarda. Direi che vale la pena fare un applauso a chi si impegna e ha il coraggio di investirci risorse in tempo, denaro e anima. Dunque

-> evviva gli organizzatori!

Un evento sportivo che vuole puntare in alto non pensa solo agli atleti ma pensa anche al suo pubblicoe il primo pubblico è la family&friends che sta attorno all’atleta. L’invito chiaramente aperto e diretto alla family&friends con relativo trattamento “deluxe” garantiscono il ritorno a vita dell’atleta all’evento. Oltre alle famiglie e ai cheerleader naturali degli atleti, esiste un pubblico potenziale che va attratto, per questo è importante trovare la via per non alzare transenne e invece aprire porte: il potenziale è fuori, non dentro il campo di gara. Dunque

-> organizzatori, pensiamoci!

Le regole e gli arbitri, in questo caso i judges sono fondamentali per una competizione. La loro preparazione e professionalità possono fare la differenza. Non ci sarà competizione che farà tornare a casa tutti contenti, ma anche chi non è felice del risultato deve avere la garanzia (e ammettere di averla avuta) che tutto è stato fatto secondo regole e corretto giudizio. In questo caso parliamo di giudici che si sono fatti tre giorni in un campo gara aperto a +40° e non hanno mostrato segni di cedimento. Dunque

-> chapeau ai judges!

Dopo l’ennesima esperienza nel dietro le quinte di un atleta, confermo che il team invisibile di un atleta deve:

  • essere un fenomeno con la logistica;
  • imparare il programma della gara (in questo caso) meglio dell’Atleta (fidatevi serve!!!);
  • adattarsi a ogni situazione – es. sveglia delle 4, 2 giorni interi a + 40° senza bere per non andare in bagno -;
  • esserci sempre – dietro, a fianco, davanti l’Atleta – senza mai farlo percepire e essere pronti a comparire all’istante su richiesta;
  • tenere alto il morale;
  • sapere usare bene carota e bastone (il che a volte significa camuffare il bastone da carota e la carota da bastone);
  • saper respirare il contesto ed essere in grado di analizzarlo, rielaborarlo e farlo proprio.

Dunque

-> Team di invisibili, attrezziamoci e confrontiamoci! 

Il Team Invisibile, ed. Rizzoli 2021
Simone Moro e Marianna Zanatta sono un team invisibile in costante evoluzione dal 2008. In tutti questi anni il loro modo di collaborare si è adattato al cambiamento delle condizioni esterne, delle esigenze del business e delle rispettive legittime ambizioni.

Concludo

Ho assistito a una sceneggiata – anzi più di una – di un Atleta che evidentemente era convinto di vincere e, dal primo WOD (prima gara), di aver subito ingiustizie (tutte verificate e dissolte), che ha poi concluso con un degno finale 

“No, non faccio la foto con voi! Per questo WOD non servivano le skill ma solo fortuna!” 

Ecco è stato un vero dispiacere sentire queste parole. Spero fosse solo un momento di sfogo dopo tre giornate di gara intensa e faticosa e l’adrenalina vorticosamente in circolo. Spero oggi a mente fredda sia d’accordo con me che accidenti se la fortuna è parte del gioco e non solo nello sport ma nella vita! Una reazione così, a un gap morale che evidentemente aveva bisogno di essere colmato, non ha comunque giustificazione. Gli avversari in campo sono compagni fuori dal campo – questo il Crossfit lo dimostra bene – e se la famiglia e/o le esperienze di vita non hanno insegnato l’umiltà, lo sport lo fa di sicuro. Vero è che uno può anche continuare a non imparare. Io spero sempre di sì! Vero è che il mio primo pensiero a quelle parole è stato: “Madonnasantaincoronata per fortuna non sei un mio atleta.” Ecco, menomale no!

Lo sport è valori base massimizzati, sennò (forse) è solo fitness. Sforziamoci di arrivare alla linea di partenza pronti a onorarli!

Buono sport a tutti!

Marianna Zanatta